La prima sveglia islandese è qualcosa di surreale, sono da poco passate le 8, ed è ancora buio pesto. Dopo aver fatto una buona colazione e preso tutto il necessario, iniziamo a renderci conto di quanto sia complicato vivere a queste latitudini in inverno. La luce del giorno si farà attendere fino a circa le 10 del mattino, e da lì in poi ci terrà compagnia solo per altre 5 ore. Prima di partire l’avevamo messo in conto, ma viverlo fa un effetto decisamente diverso e il bioritmo farà non poca fatica ad adattarsi.
Il nostro viaggio in Islanda inizia uscendo da Reykjavik, dirigendoci verso quello che rappresenta un percorso quasi circolare, lungo circa 300 km, il cosiddetto Circolo d’Oro. Visiteremo: il parco nazionale di Thingvellier, il geyser di Geysir e la cascata Gullfoss. Prima di partire però, ci fermeremo a fare qualche foto della città. Reykjavik, va detto, non è una capitale nel senso strettamente europeo del termine. Infatti è piccola, circa 120 mila abitanti e forma con altre piccole città intorno, un conglomerato urbano di circa 206.000 abitanti, ovvero circa 2/3 dell’intera popolazione islandese. Vanta il record di essere la capitale più a nord del mondo, ed è molto ma molto caratteristica.
Appena usciti dalla città, il paesaggio che incontriamo cambia radicalmente, così come anche le strade, che diventano più tortuose e solitarie. La prima fermata è quella al Parco Nazionale di Thingvellir, tappa imperdibile per due motivi. Il primo, perché si trova proprio sulla dorsale atlantica: gli avvallamenti e le fratture che incontreremo intorno a noi sono la testimonianza delle due placche tettoniche (quella nord americana e quella euroasiatica) che ogni anno si allontanano di circa 2 centimetri. E poi, ed è questo il secondo motivo d’interesse, qui si trovava l’antico parlamento islandese l’Althing. Nei prati intorno. Sì, proprio così: la riunione parlamentare dei rappresentanti avveniva una volta all’anno, e in tali occasioni i Logsogumenn (“oratori della legge”) recitavano la legge alla popolazione radunata. Giunti al Parco, il percorso da affrontare a piedi è bellissimo, sono circa 5 km di saliscendi vari, che si snodano lungo la linea di frattura per poi terminare con la cascata di Öxaráfoss.
L’escursione successiva è nell’area di Haukadalur, dopo circa 60 km di macchina. In questa zona geotermale e dal forte odore solfureo, troviamo Geysir, il capostipite di tutti i geyser, infatti è da lui che questi prendono il nome. La più grande di queste pozze, Geysir appunto, ormai non erutta più, se non in situazioni rare ed eccezionali. Accanto invece Strokkur, un geyser più piccolo ma molto emozionante, ci conquisterà. Il suo spruzzo è regolare, ci basterà aspettare qualche minuto (da 4 a 8) per godere dello spettacolo della sua eruzione, alta circa 30 metri. In queste condizioni, per scattare foto o fare un video basta stare qualche passo indietro, la visuale è sicuramente più bella, ma soprattutto ci proteggeremo dagli schizzi. Inoltre se c’è vento va considerata sempre la direzione in cui tira, perché il getto di vapore è pur sempre bollente.
Ancora con gli occhi pieni di stupore, per aver visto un geyser così da vicino, risaliamo in auto in direzione di Gullfoss. La cascata d’oro ha uno spettacolare doppio salto di circa 32 metri, che termina in uno stretto canyon rendendola ancora più particolare. Gullfoss è sicuramente la cascata più famosa dell’intera Islanda e tra le più grandi d’Europa. Lo spettacolo è di quelli unici al mondo. Lasciata l’auto al parcheggio, è possibile ammirare la cascata dopo una breve camminata. Il rumore dell’acqua è assordante, potente e magico. Fermarsi a guardarla, da uno dei tanti punti di osservazione disseminati lungo le passerelle che la circondano, è quasi un atto di fede verso la grandezza della natura. Emozione pura!
La giornata passa veloce tra queste bellezze naturali, tutte raggruppate in pochi km di distanza. Di ritorno verso Reykjavik, incontreremo qualche sparuta serie di abitazioni e fattorie, distribuite qua e là senza una logica apparente. Ma tant’è, sarà poi questo il paesaggio che ci terrà compagnia nei prossimi giorni. In serata e per cena, ci aspettano: il mitico merluzzo islandese e una visita al Perlan, da dove è possibile osservare la città in tutto il suo splendore. Il Perlan è in realtà, un ex deposito di vapore geotermico trasformato in centro espositivo ultramoderno, con tanto di museo e ristorante girevole con immense vetrate sulla città. Da non perdere.
Il primo giorno in Islanda termina quassù, sulla collinetta di Öskjuhlíð. Domani faremo un viaggio particolare, la leggenda narra di un “viaggio al centro della terra”. Vedremo…